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Agenzia stampa on-line. Registrazione presso il Tribunale di Ancona n. 7/07 del 19 Aprile 2007 - Dir. Don Dino Cecconi
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Confcooperative

Sito

http://www.confcooperative.marche.it

Referenti al tavolo

Gabriele Darpetti (Rappresentante Confcooperative)

Presentazione

Le cooperative vogliono essere imprese democratiche dove si conta per quello che si  è e non per quello che si ha. La prima cooperativa nasce nel 1844 a Rachdale,  dove 27 uomini ed una donna (i Probi Pionieri) costituirono una cooperativa per  "[...]adottare provvedimenti per assicurare il benessere materiale e migliorare  le condizioni familiari e sociali dei soci[...]".

In Italia, le strutture di coordinamento delle cooperative principali sono quattro:  la Confederazione Italiana delle Cooperative e Mutue, la Lega Nazionale delle  Cooperative e Mutue,  l´Associazione Generale delle Cooperative Italiane nata come costola della già  menzionata Lega e la U.N.C.L. nata a sua volta come costola della Confcooperative.

Nate da spinte e persone con estrazione politica e motivazioni differenti - dai repubblicani  ai socialisti, dai liberali ai cattolici - le prime cooperative a svilupparsi sono state  quelle a servizio delle aziende agricole dei coltivatori diretti e dei mezzadri rimasti (negli anni ´60).  Esse sono state importanti per consentire l´acquisto collettivo di mezzi tecnici e la  conseguente meccanicizzazione del lavoro svolto nei campi. Negli anni ´70 si sono  sviluppate cooperative edili, per venire incontro alle esigenze delle persone che dalle  campagne si erano spostate in città. La formula cooperativa diventa poi un  modello di impresa negli anni ´80, soprattutto per quei giovani in cerca di prima  occupazione o per gli operai di aziende in difficoltà che volevano atttivamente  risolvere i problemi lavorativi e occupazionali che li riguardavano in prima persona.  Durante l´ultimo decennio sono invece cresciute le cooperative sociali, come mezzo di  inclusione per quelle persone che subiscono il problema dell´emarginazione.

Proprio a quest´ultimo proposito, giungono le parole di Giovanni Paolo II nella "Evangelium vitae""[...]Di fronte alla vita in condizioni di disagio, di devianza, di malattia e di marginalità, altri strumenti -  come le comunità di recupero per tossicodipendenti, le comunità alloggio per minori o per  malati mentali, i centri di cura e di accoglienza per malati di AIDS, le cooperative di  solidarietà, soprattutto per i disabili - sono espressione eloquente di ciò  che la carità sa inventare per dare a ciascuno ragioni nuove di speranza e  possibilità concrete di vita[...]".