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Lo Spiritismo e la sopravvivenza dopo la morte PDF Stampa E-mail
Il 2 giugno presso il Biancazzurro si svolgerà il V convegno del GRIS della diocesi di San Benedetto del Tronto dal tema Lo Spiritismo e la sopravvivenza dopo la morte, il relatore è François-Marie Dermine, padre domenicano docente di Etica Sociale e, poi, di Teologia Morale presso lo Studio Teologico Accademico Bolognese. Introdurrà il convegno il diacono Antonio Barra presidente del GRIS diocesano che insieme alla moglie Perotti Giancarla sono stati tra i soci fondatori del GRIS Nazionale e si sono occupati del fenomeno delle sette e Movimenti Religiosi Alternativi nel territorio diocesano sin dal 1983 e della relativa azione pastorale. Seguirà l’intervento del Vescovo Mons. Gervasio Gestori che è sempre attento ai pericoli riguardo la fede dei cattolici tanto da destinare un servizio di ascolto presso il Centro Pastorale Mons. V. Radicioni, in via Forte 16, per ascoltare chi si trova in difficoltà.
Dopo la relazione di Padre François-Marie, il sociologo Dott. Antonio Franceschi farà la lettura dell’indagine svolta tra gli studenti della Scuola Secondaria di Secondo grado, delle classi quinte, della provincia di Ascoli Piceno sulla superstizione fra i giovani.
Dal 1987 il GRIS Nazionale è stato riconosciuto dalla CEI. Lo scorso anno in occasione del ventesimo anniversario siamo stati ricevuti in udienza dal Papa Benedetto XVI guidati
da S. E. Mons. Luigi Negri, Vescovo di San Marino-Montefeltro e Delegato della Conferenza Episcopale dell’Emilia Romagna per l’Ecumenismo e il Dialogo, e da Mons. Peter Fleetwood di Liverpool, Consigliere Spirituale del GRIS Nazionale. Abbiamo rivolto alcune domande riguardo lo spiritismo ai Coniugi Giancarla Perotti e Antonio Barra

Perché parlare dello Spiritismo?

Il fenomeno dello spiritismo merita una riflessione approfondita, perché gode di una certa diffusione soprattutto perché si insinua delle volte in modo impercettibile tra le menti di molti uomini anche di fede cristiana. Non molti sono propensi a dichiararsi adepti di un gruppo di ispirazione spiritista, ma moltissimi hanno praticato o per curiosità o per gioco forme più o meno evolute di pratiche spiritistiche, dalla classica seduta con il piattino alla vera e propria consultazione di sedicenti medium. La maggior parte di queste persone in genere ignora le radici storiche, i fondamenti teorici e i capisaldi dottrinali dello spiritismo così come ignora la radicale incompatibilità tra pratiche spiritistiche e fede cristiana, tanto che i più cadono dalle nuvole quando si sentono dire che quello che sembrava loro un gioco innocente si configura in realtà come una pratica condannata dalla Bibbia proibita dalla Chiesa e pericolosa per la fede del cristiano.

Che idea ha lo spiritismo dell’Aldilà?

Fra i molteplici aspetti sul fenomeno dello spiritismo ci sarebbe da chiedersi che tipo di immagine dell’aldilà emergerebbe dalle cosiddette comunicazioni dei defunti. Spesso il tenore di molte di esse è tale che non si capisce bene che tipo di vita ultraterrena condurrebbero le anime dei trapassati: i più si affrettano a far sapere che stanno bene, che hanno tanta voglia di chiacchierare con i propri cari, che li amano come e più di prima, ma non è chiaro come sia fatto quell’aldilà da cui starebbero parlando. Dalle affermazioni di noti spiritisti in merito, a cosa aspetterebbe all’uomo nella vita oltre la vita terrena, emerge che l’aldilà dei spiritisti non sarebbe altro che una copia a tratti sbiadita o addolcita di questa nostra vita terrena. 

Lo spiritismo ha basi scientifiche?

La credibilità scientifica di tali comunicazioni con i defunti viene proposta come problema primo e fondamentale. Fin dalle sue origini lo spiritismo ha manifestato le pretese di scientificità e di tali pretese ne ha fatto la propria bandiera, l’elemento identificativo fondamentale  Il rapporto fra spiritismo e scienza è un rapporto difficile La comunità scientifica internazionale non ha mai accettato le pretese scientifiche dello spiritismo né durante il periodo mitico né durante il periodo scientifico, caratterizzato dalla fondazione dei vari istituti di ricerca quali la Dialectical Society o la Society for Psychical Reearch.
Gli spiritisti non solo hanno continuato ad accampare le proprie pretese di scientificità, ma addirittura si sono proclamati i detentori di una scienza così profonda tale da non poter essere compresa dagli scienziati contemporanei. D’altronde le cosiddette manifestazioni spiritiche non vengono accolte per la loro evidenza probatoria, comunque non paragonabile a quella che si può avere in un test di laboratorio, ma si impongono a chi vuol crederci, del resto tanto basta ai pellegrini dell’occulto che frequentano le sedute spiritiche.
 

C’è conciliabilità tra lo spiritismo con la dottrina cattolica?

Il Cristianesimo viene considerato dagli spiritisti in modo ambiguo, essi propongono una nuova dottrina, una nuova religione esplicitamente proclamata migliore con la pretesa di presentarla compatibile con una fede cristiana rivisitata a proprio uso e consumo. Dal suo canto la Chiesa Cattolica, nei confronti dello spiritismo, ha espresso la profonda inconciliabilità sul piano dottrinale e ha manifestato, attraverso esplicite dichiarazioni del Magistero la proibizione di prendere parte a qualsiasi pratica spiritistica

Lo spiritismo e la chiesa cattolica credono entrambi nell’aldilà

Tutte le pratiche di tipo occultistico e spiritistico non sono altro che una unica grande tentazione contro la serena fiducia con cui il cristiano dovrebbe vivere ringraziando di cuore Dio per le gioie che gli concede e accettando pazientemente le sofferenze che possono renderci sempre più simili e vicini al mistero di Cristo sofferente. Per il cristiano è evidente che con la morte non finisce tutto, anzi inizia la vera vita, la vita eterna. Credere nella vita eterna può manifestare una certa affinità dottrinale tra il Cristianesimo e lo spiritismo? Anche su questo le affermazioni dello spiritismo sono del tutto incompatibili con quanto afferma e crede la Chiesa Cattolica, perché lo spiritismo parla e crede nella evoluzione, nella reincarnazione, nel karma ecc. e molti sono i credenti che hanno di questi elementi una idea vaga e confusa, non si rendono conto del fatto che il credo cristiano e le affermazioni dei medium si riferiscono a due aldilà tra loro inconciliabili.

I fatti che accadono possono essere spiegati?

Una volta che avessimo escluso eventualmente ogni forma di suggestione, frode inganno o contatto più o meno fortuito con fenomeni naturali sconosciuti ci potrebbe essere la possibilità di trovarsi di fronte a fatti preternaturali perché presentano eccezioni esplicite a leggi naturali sconosciute. Escludendo la possibilità che Dio, gli angeli a Lui fedeli, le anime sante del Paradiso e del Purgatorio si rendano complici di una pratica empia e superstiziosa (quella spiritica) che la Bibbia condanna con grande vigore e la Chiesa proibisce con fermezza, uno solo può avere interesse a rendersi complice di un peccato grave contro il primo comandamento e questi è solamente l’avversario di Dio, Satana o qualcuno degli spiriti malvagi che formano la sua corte. Dal Vangelo sappiamo quale essere la mentalità dell’Avversario di Dio: la ridicola mescolanza di verità ed errore, l’affermazione della liceità di comportamenti immorali posta accanto a massime buone o indifferenti che riescono a disorientare gli incauti, le più volgari falsità attorno alla figura di Gesù al suo ruolo alla sua missione per non parlare delle affermazioni poco caritatevoli nei confronti della Chiesa, dei suoi ministri, del suo culto. Tutto questo è il modo di agire del Diavolo, padre della menzogna che può trovare, qualora Dio glielo consenta, un veicolo formidabile per traviare le anime in quello che gli viene messo a disposizione dagli spiritisti.

Un accorato appello di un vescovo della Chiesa

“Le sedute spiritiche le pratiche evocative e tutti gli stratagemmi che possono venire messi in opera con lo scopo esplicito o implicito a sollecitare e addirittura provocare una qualche comunicazione con l’aldilà si possono configurare come pratiche divinatorie Nel corso di tali pratiche ‘i singoli partecipanti e i medium (edizione moderna degli antichi negromanti) si prodigano nell’invocazione delle anime dei defunti… solo a Dio spetta decidere se come e quando alcuni defunti possono manifestarsi ai viventi, pretendere di invocarli affinché si manifestano è un atto di superbia quasi che l’uomo potesse insegnare a Dio quello che deve fare. L’unico atteggiamento serio e saggio di fronte alle cose di Dio è quello della preghiera assidua e fiduciosa, in cui si chiede la salvezza per i vivi e i defunti, lasciando a Dio di stabilire i mezzi con cui vorrà concedere le grazie necessarie”. (S. Piovanelli, editoriale in Religioni e sette nel mondo n. 3, Bologna, settembre 95- Comunicazioni con l’aldilà).
 
 
Giancarla Perotti
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