Menu Content/Inhalt
Agenzia stampa on-line. Registrazione presso il Tribunale di Ancona n. 7/07 del 19 Aprile 2007 - Dir. Don Dino Cecconi
Home arrow Notizie arrow Il volontario cristiano è testimone di carità
Home
Chi siamo
Notizie
Foto
CEM
Tavolo Regionale
Pastorale Giovanile
Calendario
Collegamenti
Contattaci
Cerca
FAQ
Maggio 2009
Lu Ma Me Gi Ve Sa Do
27 28 29 30 1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30 31

Area Riservata






Password dimenticata?
Nessun account? Registrati
Il volontario cristiano è testimone di carità PDF Stampa E-mail
Fare volontariato in un’associazione che ha a che fare con persone malate e disabili è un’esperienza molto profonda e coinvolgente, ma al tempo stesso può mettere il volontario a dura prova sotto il profilo spirituale, motivazionale, emotivo e pratico. E’ necessario quindi un continuo arricchimento interiore, per questo la Sottosezione dell’Unitalsi di Jesi, su iniziativa dei suoi giovani, ha voluto proporre sabato 15 e domenica 16 novembre il primo corso di formazione “Servizio Evangelico al Fratello” presso l’Hotel “Verdesoggiorno Don Bosco” di Gualdo Tadino a cui hanno partecipato 35 volontari di tutte le fasce d’età.
 
9-2_1.jpg

 
Ad aprire la serie di interventi dopo il saluto iniziale del presidente Giancarlo Rossetti è stata Marcella Coppa, unitalsiana che ha dato anche il suo contributo essenziale alla realizzazione del corso. Nella sua relazione ha approfondito il tema della presa in carico “olistica” della persona, ovvero saper vedere l’uomo come essere psico-fisico sociale e spirituale. Questa visione d’insieme, applicata nel volontariato, permette di riconoscere le difficoltà e i bisogni dei fratelli e di prendersi cura di loro con quell’amore donato che è poi la parte più alta dello spirito del volontario.
Nel secondo intervento la dott.ssa Angela Giacometti, docente presso la Facoltà di Medicina dell’Università Politecnica delle Marche,  si è soffermata sulla relazione di cura che si stabilisce tra operatore e persona assistita, mettendo in evidenza le reazioni emotive e il disagio che possono caratterizzare l’approccio con il corpo di una persona sofferente. Il superamento di tali difficoltà deve essere affidato alla conoscenza e accettazione dei propri limiti, alla condivisione con gli altri operatori e alla continua formazione.
A prendere la parola è stato poi mons. Gerardo Rocconi, Vescovo di Jesi, il quale ha affrontato il tema della sofferenza della persona nelle sue molteplici sfaccettature e della speranza portata dal volontario. Mons. Rocconi, ricercando il perché della sofferenza, ha rimandato al racconto della creazione narrato nel libro della Genesi, dove si dice che tutto ciò che è uscito dalle mani di Dio “è cosa molto buona” e che il fine della creazione è la chiamata dell’uomo ad essere felice e ad entrare in comunione con Dio. La sofferenza trova quindi la sua origine nel fatto che l’uomo, creato per la gioia, ha rifiutato questa strada e si è allontanato da Lui. In questo modo il male è entrato nel mondo e solo il sacrificio redentivo di Cristo ha permesso di trasformare la sofferenza in speranza, che non sta tanto nel fatto di essere liberati dalle sofferenze terrene, ma di prendere parte alla vita eterna, la quale altro non è che l’immergersi nell’oceano dell’infinito amore di Dio. Nel sofferente dunque ci si identifica Gesù, ma anche chi si fa prossimo al sofferente rappresenta Cristo che si china sull’umanità sofferente ed è proprio in questo che si specchia l’impegno del volontario cristiano, testimone di carità.
Ultimo intervento, non certo per ordine di importanza, è stato quello di don Emilio Cicconi, sacerdote della Società San Paolo, che ha paragonato il servizio di animazione e di sostegno alle persone in difficoltà all’immagine biblica del roveto ardente, al cui cospetto bisogna “togliersi i calzari”, il che significa affrontarlo con molta trepidazione e attenzione in quanto si ha a che fare con l’amore cristiano, un amore complesso, difficile e particolare, che per manifestarsi ha bisogno di molte qualità: interiorizzazione di contenuti validi, capacità di empatia psicologica e compassione evangelica, vivacità operativa, buona volontà, spirito di sacrificio, coinvolgimento di tutto il proprio essere e soprattutto il sapersi lasciare guidare dallo Spirito del Signore. Don Emilio ha poi concluso la sua relazione, un vero e proprio vademecum spirituale per il volontario cristiano, con l’Inno alla Carità tratto dal capitolo 13 della Prima Lettera ai Corinzi in cui San Paolo sottolinea che la carità è più “essere” che “fare” e che quindi amare non significa solo fare qualcosa per gli altri, ma metterci anche stile e sensibilità nell’accogliere i fratelli (malati e non) per come sono.
Da questa breve sintesi degli interventi si può comprendere come il corso abbia permesso di rispondere a molte di quelle domande che ogni volontario in servizio si pone, ma che spesso non ha la possibilità di approfondire.
Un fine settimana alternativo dunque per i volontari dell’Unitalsi, vissuto in una cornice di gioiosa fraternità e spirito di condivisione. Ad allietare l’evento, la piacevole e inaspettata sorpresa della partecipazione dei volontari della locale Sottosezione di Gualdo Tadino, che informati del corso dalla direzione dell’Hotel, hanno voluto accogliere calorosamente gli amici jesini e condividere con loro la Celebrazione Eucaristica e la visita finale al vicino Santuario della Madonna del Divino Amore, dove i gualdesi sono stati invitati a ricambiare la visita a Jesi, magari in occasione di un gemellaggio tra le due Sottosezioni.
Il percorso formativo per il personale unitalsiano della Sottosezione di Jesi continuerà nel 2009 con appuntamenti che devono essere ancora definiti e organizzati, ma che molto probabilmente approfondiranno le tematiche psicologiche, sociali e tecnico-pratiche dell’approccio con i fratelli malati.
 
Carlo Magrini
 

Commenti
Nuovo Cerca RSS
Commenta
Nome:
Email:
 
Website:
Titolo:
Stile:
[b] [i] [u] [url] [quote] [code] [img] 
 
 
:angry::0:confused::cheer:B):evil::silly::dry::lol::kiss::D:pinch:
:(:shock::X:side::):P:unsure::woohoo::huh::whistle:;):s
:!::?::idea::arrow:
 
Inserisci nella casella di testo qui sopra, il codice di sicurezza che puoi leggere nell'immagine con una scritta "strana" al suo fianco.

3.26 Copyright (C) 2008 Compojoom.com / Copyright (C) 2007 Alain Georgette / Copyright (C) 2006 Frantisek Hliva. All rights reserved."

 
< Prec.   Pros. >