Pietro rinnega Gesų. Lectio divina a San Severino (MC) |
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martedė 31 marzo 2009 | ||||||||
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Mercoledì 25 marzo nell’ambito del programma di pastorale giovanile della Conferenza episcopale italiana (Cei), che conclude il triennio dell’agora dei giovani, nella chiesa di s. Maria, madre di Dio, a Taccoli di San Severino Marche. Molti giovani dalle diverse parrocchie della diocesi si spostano di settimana in settimana per la lectio divina dell’arcivescovo Francesco Giovanni Brugnaro.
I giovani della parrocchia di Apiro hanno consegnato a Taccoli la croce degli incontri quaresimali (in foto sotto) a quelli della città di Sansverino Marche. Una piccola processione ha portato la croce davanti all’altare. La croce era preceduta da una lucerna e dal calice, segni della luce della parola di Dio e dell’offerta. ![]() Pietro rinnega la sequela del Cristo (Mc 14, 66-72)Il vescovo dopo la preghiera iniziale in canto, ha salutato ed introdotto la lectio divina. È stato letto il brano di Marco:66 Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una serva del sommo sacerdote 67 e, vedendo Pietro, che stava a scaldarsi, lo fissò e gli disse: “Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù”. 68 Ma egli negò: “Non so e non capisco quello che vuoi dire”. Uscì quindi fuori del cortile e il gallo cantò. 69 E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: “Costui è di quelli”. 70 Ma egli negò di nuovo. Dopo un poco i presenti dissero di nuovo a Pietro: “Tu sei certo di quelli, perché sei Galileo”. 71 Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: “Non conosco quell’uomo che voi dite”. 72 Per la seconda volta un gallo cantò. Allora Pietro si ricordò di quella parola, che Gesù gli aveva detto: “Prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai per tre volte”. E scoppiò in pianto. 1) Pietro prende le distanze da Gesù, vv 66-67Gesù è nel palazzo del sommo sacerdote per un primo sommario interrogatorio e processo. Nel cortile del palazzo c’è un fuoco acceso. La servitù e gli amici con gli ospiti del sommo sacerdote si scaldano. Una serva, non una donna libera, fissa Pietro. Lo identifica, forse per il suo cercare di starsene in disparte, come uno che è stato con quel Gesù tanto malvisto dal sommo sacerdote.Pietro dice di non capire la domanda che gli sta facendo. Pietro prende le distanze da Gesù, come quando la fede diventa tiepida. 2) Il primo canto dl gallo, vv 68-70Pietro si allontana dal fuoco. Va verso la porta. La serva lo segue e lo indica agli altri come uno della Galilea, che di sicuro poteva avere avuto un legame con quel che si processando. Luca dice che i presenti lo hanno riconosciuto dal suo accento (cfr Mt 26,73). Gli astanti si ergono subito come giudici contro Pietro. Pietro era appena uscito fuori del cortile, quando il gallo canta.Il gallo che canta è simbolo della coscienza. La coscienza è un dono dato da Dio per chiamare il peccato, peccato. Se si disconosce il peccato si perde la prossimità. Tutti diventano estranei. Ecco perché Pietro dice di non conoscere Gesù, di non sapere di chi la serva stia parlando! Eppure poco prima, Pietro era pronto a morire con Gesù. Pietro deve accettare che Gesù muoia per lui. Solo allora può passare alla sequela. La grazia è dono. La grazia è un fatto storico con un inizio ben preciso. Anche la vita è dono con un inizio ben preciso. Spenderla bene significa permettere che si realizzi il disegno di Dio. Pietro, una volta ravveduto, letteralmente: una volta rovesciato, confermerà i fratelli nella fede (cfr Lc 22,32). Con il versetto 71 si entra in una seconda scena. Pietro era pronto a morire per Gesù (cfr Mc 14,31). Gesù gli aveva detto di no. Pietro giura e impreca. Che avrà detto? Forse: “Maledetta donna, quando mai mi sono imbattuto con te!”. Poi ricorre al giuramento con grande vigliaccheria. Ha, di certo, paura di essere messo sotto processo accanto a Gesù. |
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