| L'Omelia di S. E. Mons. Trasarti nella diretta RAI |   |   |   | 
| giovedì 07 gennaio 2010 | ||||||||
|  Nella S. Messa trasmessa Mercoledì 6 Gennaio dalla Concattedrale di Pergola: "l’Epifania ci porta a contemplare la manifestazione di Gesù alle genti,
dunque l’universalità e l’unità dei popoli in cammino: il piano di Dio
riguarda tutti gli uomini".   
Dopo la manifestazione della potenza di attrazione  insita nella debolezza, assunta per amore da Dio, nel Figlio nato nella carne nel Natale, l’Epifania ci porta a contemplare la manifestazione di Gesù alle genti, dunque l’universalità e l’unità dei popoli in cammino: il piano di Dio riguarda tutti gli uomini. In questa solennità viene prefigurata, nell’annunzio della Pasqua, l’attrazione universale che l’Innalzato sulla croce eserciterà su tutti gli uomini. 
 
La luce dell’Epifania è una luce con duplice effetto: 
 
è quella che parte da Cristo, luce del mondo; 
 
ed è quella della Chiesa illuminata che si fa chiarore ai cercatori di Dio.
 
Ostacoli e depistaggi tenteranno di fiaccare il cammino e di indicare una direzione sbagliata.
 
Rimettiamoci a cercare
 
Dio ‘sfoglia’ il suo amore donandoci Gesù. 
 
Che non sia ancora Lui, in questo tempo così travagliato ed eccezionale, a leggerci di nuovo le pagine della vita?
 
Stai cercando? Cerca di guardare più in alto!
 
Arrivano i figli da lontano 
 
Arrivano i gentili-pagani 
 
Arrivano gli inattesi 
 
Arrivano adoratori imprevisti 
 
Dio si fa conoscere da gente che non è iscritta nelle liste degli invitati, nei registri degli “aventi diritto”!  Cristo si manifesta all’uomo e svela il volto del Padre.
 
L’Epifania celebra questa manifestazione del mistero di Gesù: questo aprirsi alla nostra percezione e accoglienza.
 
Il Verbo incarnato lascia i suoi indizi e si fa trovare. Non acceca e non dissolve l’uomo al quale è inviato e  col quale dimora e convive.
 
I Magi sono il simbolo del cammino dei popoli alla luce di Cristo e prima ancora come la prova che il Signore non si nasconde ma si fa conoscere all’uomo.
 
La stella è  simbolo-paradigma di un metodo e di un intervento di Dio; un intervento ‘polemico’ nei confronti di coloro che non incontreranno e non adoreranno il Messia
 
La rivelazione del mistero di Dio in Cristo è impegnativa: “Abbiamo visto e siamo venuti”. 
 
Il Natale inizia e sollecita un cammino, mette per via. Esige una conversione, un distacco: una ‘adorazione’ e una offerta. Come per i Magi.
 
All’Epifania di Dio non si assiste passivamente. Il rischio è sempre lo stesso: di ritenersi possessori tranquilli della fede e dell’elezione. L’uomo deve cercare, con sincerità, la verità e la salvezza.  Deve amare la giustizia e non tradire la coscienza.
 
La luce di sempre e di ogni luogo è anche quella che l’intuizione interiore desidera e avverte, e che Dio non lascia mai mancare a nessuno, a condizione che poi non venga spenta perché esige troppo e vuole subito un distacco e una partenza.
 
E’ molto impegnativa la fede. Cristo si fa vedere tanto quanto ci sia possibile affidarci a lui ‘ragionevolmente’ con atto giusto e sensato. Ma insieme la fede è ‘oscurità’, consegna di sé, atto di volontà e di amore, fiducia sulla parola di Dio che non erra. Da qui la passione di capire Gesù Cristo, di indagarlo; il desiderio di ‘vedere’ il Signore, di contemplare, di gustare il mistero.
 
L’Epifania è l’elogio della volontà salvifica universale. Ma è anche prefigurazione del giudizio divino sulla incredulità.
 
Erode, con le sue trame… che resta ‘turbato’ con tutta Gerusalemme.
 
A Gerusalemme la stella dei Magi si estingue; o meglio è fatta estinguere dall’indifferenza, dall’ incapacità a gioire in essa.
 
A chi è sulle tracce di Dio, con intenzione limpida, i suoi segni si accendono e recano gioia. Ai credenti è dato un avvertimento: anche le scritture lasciano indifferenti
 
- se non hanno il coraggio di esporsi per la fede e la testimonianza
 
- se non intendono correre ‘pericoli’, rischiare con Dio
 
- se riducono il mistero di Gesù ai propri termini o interessi
 
Senza la fede il mistero di Gesù ci si oscura; persino suscita avversione!
 
Dobbiamo essere gli annunciatori della venuta di Gesù, del Vangelo, perché così il mistero della salvezza  si espone, “appare”.
 
Il credente è uno che proclama il Signore, lo fa conoscere.
 
Una tiepidezza missionaria svilirebbe Gesù Cristo stesso, lo renderebbe inutile.
 
La fede è il germe della contemplazione di Dio faccia a faccia… 
 
“Conduci anche noi che ti abbiamo conosciuto per la fede  a contemplare la grandezza del tuo amore” (Colletta)
 
C’è anche per me, Signore, una stella che brilla nel cielo, un indizio o un segno che mi invita a mettermi in cammino?
 
C’è anche in me, Signore,  un segno luminoso in mezzo all’oscurità che mi metta in cuore la voglia di cercare?
 
Tieni riposta nelle tue mani la luce e parla di essa al tuo amico, rivelagli che anche lui è destinato a possederla e ad arrivarvi, di quando in quando anche adesso. E sarà un conforto nelle nostre azioni; poi ce lo darà in premio, essendo Lui stesso la nostra luce. Amen.
 + Armando Trasarti Vescovo   
In foto: l'intervista di Vincenzo Varagona per il TG3 al Vescovo Mons. Trasarti e al regista Don Dino Cecconi. 
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