L'Omelia di S. E. Mons. Trasarti nella diretta RAI |
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giovedì 07 gennaio 2010 | ||||||||
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Dopo la manifestazione della potenza di attrazione insita nella debolezza, assunta per amore da Dio, nel Figlio nato nella carne nel Natale, l’Epifania ci porta a contemplare la manifestazione di Gesù alle genti, dunque l’universalità e l’unità dei popoli in cammino: il piano di Dio riguarda tutti gli uomini. In questa solennità viene prefigurata, nell’annunzio della Pasqua, l’attrazione universale che l’Innalzato sulla croce eserciterà su tutti gli uomini.
La luce dell’Epifania è una luce con duplice effetto:
è quella che parte da Cristo, luce del mondo;
ed è quella della Chiesa illuminata che si fa chiarore ai cercatori di Dio.
Ostacoli e depistaggi tenteranno di fiaccare il cammino e di indicare una direzione sbagliata.
Rimettiamoci a cercare
Dio ‘sfoglia’ il suo amore donandoci Gesù.
Che non sia ancora Lui, in questo tempo così travagliato ed eccezionale, a leggerci di nuovo le pagine della vita?
Stai cercando? Cerca di guardare più in alto!
Arrivano i figli da lontano
Arrivano i gentili-pagani
Arrivano gli inattesi
Arrivano adoratori imprevisti
Dio si fa conoscere da gente che non è iscritta nelle liste degli invitati, nei registri degli “aventi diritto”! Cristo si manifesta all’uomo e svela il volto del Padre.
L’Epifania celebra questa manifestazione del mistero di Gesù: questo aprirsi alla nostra percezione e accoglienza.
Il Verbo incarnato lascia i suoi indizi e si fa trovare. Non acceca e non dissolve l’uomo al quale è inviato e col quale dimora e convive.
I Magi sono il simbolo del cammino dei popoli alla luce di Cristo e prima ancora come la prova che il Signore non si nasconde ma si fa conoscere all’uomo.
La stella è simbolo-paradigma di un metodo e di un intervento di Dio; un intervento ‘polemico’ nei confronti di coloro che non incontreranno e non adoreranno il Messia
La rivelazione del mistero di Dio in Cristo è impegnativa: “Abbiamo visto e siamo venuti”.
Il Natale inizia e sollecita un cammino, mette per via. Esige una conversione, un distacco: una ‘adorazione’ e una offerta. Come per i Magi.
All’Epifania di Dio non si assiste passivamente. Il rischio è sempre lo stesso: di ritenersi possessori tranquilli della fede e dell’elezione. L’uomo deve cercare, con sincerità, la verità e la salvezza. Deve amare la giustizia e non tradire la coscienza.
La luce di sempre e di ogni luogo è anche quella che l’intuizione interiore desidera e avverte, e che Dio non lascia mai mancare a nessuno, a condizione che poi non venga spenta perché esige troppo e vuole subito un distacco e una partenza.
E’ molto impegnativa la fede. Cristo si fa vedere tanto quanto ci sia possibile affidarci a lui ‘ragionevolmente’ con atto giusto e sensato. Ma insieme la fede è ‘oscurità’, consegna di sé, atto di volontà e di amore, fiducia sulla parola di Dio che non erra. Da qui la passione di capire Gesù Cristo, di indagarlo; il desiderio di ‘vedere’ il Signore, di contemplare, di gustare il mistero.
L’Epifania è l’elogio della volontà salvifica universale. Ma è anche prefigurazione del giudizio divino sulla incredulità.
Erode, con le sue trame… che resta ‘turbato’ con tutta Gerusalemme.
A Gerusalemme la stella dei Magi si estingue; o meglio è fatta estinguere dall’indifferenza, dall’ incapacità a gioire in essa.
A chi è sulle tracce di Dio, con intenzione limpida, i suoi segni si accendono e recano gioia. Ai credenti è dato un avvertimento: anche le scritture lasciano indifferenti
- se non hanno il coraggio di esporsi per la fede e la testimonianza
- se non intendono correre ‘pericoli’, rischiare con Dio
- se riducono il mistero di Gesù ai propri termini o interessi
Senza la fede il mistero di Gesù ci si oscura; persino suscita avversione!
Dobbiamo essere gli annunciatori della venuta di Gesù, del Vangelo, perché così il mistero della salvezza si espone, “appare”.
Il credente è uno che proclama il Signore, lo fa conoscere.
Una tiepidezza missionaria svilirebbe Gesù Cristo stesso, lo renderebbe inutile.
La fede è il germe della contemplazione di Dio faccia a faccia…
“Conduci anche noi che ti abbiamo conosciuto per la fede a contemplare la grandezza del tuo amore” (Colletta)
C’è anche per me, Signore, una stella che brilla nel cielo, un indizio o un segno che mi invita a mettermi in cammino?
C’è anche in me, Signore, un segno luminoso in mezzo all’oscurità che mi metta in cuore la voglia di cercare?
Tieni riposta nelle tue mani la luce e parla di essa al tuo amico, rivelagli che anche lui è destinato a possederla e ad arrivarvi, di quando in quando anche adesso. E sarà un conforto nelle nostre azioni; poi ce lo darà in premio, essendo Lui stesso la nostra luce. Amen.
+ Armando Trasarti Vescovo ![]()
In foto: l'intervista di Vincenzo Varagona per il TG3 al Vescovo Mons. Trasarti e al regista Don Dino Cecconi.
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