Iconografia della “Traslazione della Santa Casa” |
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sabato 03 aprile 2010 | ||||||||
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La Delegazione Pontificia ricorda che, con l’apertura delle Celebrazioni del 90° Anniversario della Proclamazione della Madonna di Loreto a “Patrona degli Aeronauti”, è stata inaugurata lo scorso 25 marzo da S. Em. Card. Tarcisio Bertone (in foto in alto), Segretario di Stato di Sua Santità Benedetto XVI, la mostra “Antica iconografia della Santa Casa con Madonna in volo”. L’esposizione è situata presso la Sala degli Svizzeri del Museo-Antico Tesoro di Loreto e sarà visitabile fino al 10 dicembre 2010 secondo gli orari d’apertura del Museo.
Presentazione della MostraL’esposizione, promossa dal Centro Studi Lauretani, indaga l’iconografia che tra il Cinquecento e il Settecento, in particolare nel contesto adriatico, ha attinto alla tradizione che vuole la Traslazione della casa nazaretana essere avvenuta per cielo. La mostra raccoglie così un numero limitato ma accuratamente selezionato di stampe e dipinti che in parte si conservano nello stesso Museo-Antico Tesoro lauretano e in parte provengono da collezioni private.L’apertura dell’esposizione è affidata all’”Annunciazione” di Antonio Mazzone dei Domenichi da Faenza, dipinta nel 1514-1515 su due scomparti da usare come portelle dell’organo della Basilica di Loreto, necessaria per ricordare il valore della casa di Maria: tra quelle mura “il Verbo si è fatto carne”. ![]()
Il percorso espositivo, che è anzitutto cronologico, prosegue con la xilografia del XV secolo intitolata “Traslazione Della Chiesa Di Santa Maria di Loreto”, una delle più antiche rappresentazioni del trasporto miracoloso.
Di grande rilievo ed esposti per la prima volta a Loreto, sono i dipinti di Bonifacio de’ Pitati, la cui opera non è immune dall’influsso di Giorgione e Tiziano, e di Joseph Heintz il Giovane, pittore tedesco attivo a Venezia fin dal 1625. Queste opere, come del resto le incisioni di Anonimo e di Claudio Duchetti qui in mostra, elaborano, secondo cultura e sensibilità degli artisti, un modello iconografico consolidato che prevedeva il punto d’osservazione collocato a sud/sud-est e doveva rappresentare all’interno di un’unica immagine le quattro tappe del trasporto miracoloso: il viaggio della Casa con Madonna e Bambino tra cielo e mare fino a Tersatto, l’arrivo nella selva recanatese con l’aggressione dei briganti ai pellegrini, il litigio tra i fratelli proprietari del colle e infine la collocazione della dimora lungo una pubblica strada. Il grande dipinto dell’anconetano Francesco Foschi, collocato a parete nella Sala degli Svizzeri, testimonia come ormai nel Settecento, in particolare nel contesto adriatico, la rappresentazione del trasporto miracoloso avesse ormai abbandonato il modello delle quattro scene e piuttosto si concentrasse sul solo tema del volo angelico. Prova ne è anche l’affresco realizzato da Giambattista Tiepolo nel 1745 per la chiesa di Santa Maria di Nazareth, detta “degli Scalzi”, a Venezia. Di come fosse la mirabile pittura a fresco del Tiepolo, andata purtroppo distrutta il 15 ottobre 1915 durante un bombardamento dell’aviazione austriaca, si è conservata solo una memoria fotografica, riprodotta nella mostra. Anche se solo attraverso di essa, s’intendono distintamente la fantasia dell’invenzione ed i mirabili effetti di pittura aerea ottenuti dall’artista veneziano. È proprio il perduto affresco tiepolesco a consentire un improvviso e tutt’altro che causale salto nel Novecento. La “Traslazione della Santa Casa” esposta e attribuita a Mariano Fortuny, uno spagnolo a lungo residente a Venezia, realizzata probabilmente dopo il 1915, è sostanzialmente fedele al bozzetto oggi conservato nella Galleria dell’Accademia di Venezia eseguito dallo stesso Tiepolo per l’affresco andato poi distrutto. La storia ha voluto che pochi anni dopo la distruzione dell’affresco tiepolesco la Chiesa, attraverso papa Benedetto XV, decidesse di andare incontro alla propria epoca, proiettata ormai verso la conquista del cielo, indicando come “patrona principale” degli aeronauti proprio la Madonna di Loreto. Era il 24 marzo 1920. Vito Punzi Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo Tel. 071 9747231
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