Menu Content/Inhalt
Agenzia stampa on-line. Registrazione presso il Tribunale di Ancona n. 7/07 del 19 Aprile 2007 - Dir. Don Dino Cecconi
Home
Home
Chi siamo
Notizie
Foto
Audio
CEM
Tavolo Regionale
Pastorale Giovanile
Calendario
Collegamenti
Contattaci
Cerca
FAQ

Newsletter

Nome:
Email:
Giugno 2010
Lu Ma Me Gi Ve Sa Do
31 1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 1 2 3 4

Area Riservata






Password dimenticata?
Nessun account? Registrati
Che cos’è il relativismo? PDF Stampa E-mail
giovedì 27 maggio 2010
Con martedì 25 Maggio si è concluso il corso di formazione dell’anno pastorale 2009/2010 che il GRIS (Gruppo Ricerca Informazione Socioreligiosa della diocesi di San Benedetto del Tronto ha organizzato. Il Relativismo è il titolo della relazione che la Prof.ssa Giancarla Perotti ha tenuto, questa volta nel salone del nuovo Centro Pastorale della diocesi sito in Via Pizzi, 25 vicino alla Basilica Cattedrale Santa Maria della Marina. New Age, Causa ed effetti del fatalismo, Magia Magie, sintomi delle presenze malefiche alcuni dei temi trattati.

Che cos’è il relativismo?

Il relativismo è una dottrina o filosofia che sostiene che ogni affermazione della conoscenza umana è relativa e che quindi non esiste la verità assoluta: ogni campo del sapere sembra intaccato e affetto da un’epidemia che lascia poche speranze per il nuovo millennio. Si tratta di una struttura portante del cosiddetto "pensiero debole", che la "modernità" ha inflitto alla nostra civiltà diffondendolo a dimensione planetaria sotto diverse morfologie come indifferentismo, nichilismo, soggettivismo, individualismo, ecc., in campo ontologico, culturale, religioso ...  Il relativismo è una forma di rassegnazione di fronte alla verità che appare irraggiungibile.

Ma che cosa intende per verità?

Oggi c'è una crisi della verità, sia quella a cui conduce la ricerca razionale, sia quella che ci viene dalla fede. Per il cristiano la verità è Cristo, in quanto egli ha detto “Io sono la verità”. “Quid est veritas?” (Gv. 18,38), Pilato non si rende conto che sta rivolgendo la domanda sulla verità alla Verità stessa che si trova davanti a lui. Per San Tommaso la concezione di verità più conforme al senso della realtà è l’adeguazione della persona alla realtà. Questo vuol dire che la persona deve realizzare un  “estasi intenzionale” verso l’altro-da-sé, cioè deve uscire da sé stessa rimanendo se stessa. Maritain definito “il difensore della verità” definisce come Giovanni Paolo II l’uomo come colui che cerca la verità. Maritain ha la forza di gridare “la ragione è fatta per la verità, per conoscere l’essere. Tanto più si indebolisce la verità, la nostalgia dell’assoluto, tanto più si avanza nello spirito di terrestrità, in quella specie “di inginocchiamento davanti al mondo” che si manifesta in mille modi come scrive nel testo “Il contadino della Garonna”.
Ci si accontenta di verità parziali e provvisorie forzatamente "costretti a costatare la frammentarietà di proposte che elevano l’effimero al rango di valore", dall’altro ci esorta a "non perdere la passione per la verità ultima e l’ansia per la ricerca, unite all’audacia di scoprire nuovi percorsi. La fede provoca la ragione a uscire da ogni isolamento e a rischiare volentieri per tutto ciò che è bello, buono e vero.

I giovani sono contagiati dal relativismo?

Entrare in contatto con la nuova generazione non è sempre facile, soprattutto quando i giovani sono inondati di messaggi che li spingono verso una visione “relativistica” della religione o verso un sistema di valori in cui i valori fondanti sono scelti in modo soggettivo e non sono considerati universalmente validi. Certamente il problema del relativismo esiste tra i giovani di oggi. Secondo un recente sondaggio, svolto dai Cavalieri di Colombo in collaborazione con il Marist Institute for Public Opinion, l’82% dei cattolici tra i 18 e i 29 anni considerano la morale come “relativa”. Si tratta di un numero sconcertante, ma fortunatamente è più un dato statistico che una realtà effettiva. Anzitutto, la maggioranza dei cattolici “praticanti” non è d’accordo. In secondo luogo, l’82% che si considera relativista, in realtà non applica in modo sistematico il relativismo alle questioni morali.
Quando sono stati messi di fronte a una serie di questioni morali, gli stessi giovani cattolici sedicenti relativisti hanno considerato questioni come l’aborto o l’eutanasia come “moralmente sbagliate”, mentre avrebbero potuto classificarle come “questioni non morali”, come avrebbe logicamente fatto un vero relativista. Il relativismo, diversamente dalla verità, conduce proprio verso questo tipo di pensiero incongruente e dunque non può rappresentare in definitiva una filosofia di vita esaustiva.
Papa Benedetto XVI ha continuamente cercato di offrire un messaggio di verità, in grado di superare il fascino del relativismo. Proprio quest’anno in occasione della XXV Giornata mondiale della gioventù, il Pontefice si è rivolto ai giovani radunati in Piazza San Pietro per la Messa della Domenica delle Palme incoraggiandoli ad una vita fondata sulla verità. Durante l’Angelus successivo alla Messa, egli ha fatto appello “alla nuova generazione, a dare testimonianza con la forza mite e luminosa della verità, perché agli uomini e alle donne del terzo millennio non manchi il modello più autentico: Gesù Cristo”. La verità, nella persona di Gesù Cristo, è il fondamento per una testimonianza di fede.
Per dare testimonianza alla verità che è Cristo, occorre avere un rapporto personale con lui. Come aveva sottolineato dieci anni fa l’allora cardinale Joseph Ratzinger, rivolgendosi ai catechisti e agli insegnanti di religione, Non possiamo pensare di cambiare la cultura o di influenzare le persone se noi stessi non diamo autentica testimonianza a Cristo, conoscendolo personalmente. E non possiamo pretendere dai giovani di dare testimonianza ai propri coetanei, senza avere prima sviluppato un rapporto con Cristo che possa essere presentato in modo autentico.


Il relativismo è un pensiero moderno?

Il relativismo ha radici antichissime e precisamente nasce dalla Sofistica del V secolo a. C. Protagora, primo e più importante dei sofisti pronunciò la frase “L’uomo è misura di tutte le cose” e Platone riferendosi a Protagora enunciò il suo famoso principio” Quali le singole cose appaio a me, tali sono per me e quali appaiono a te, tali sono per te: giacché uomo sei tu e uomo sono io”. Trami te la frantumazione della realtà in miriade di interpretazioni soggettive, il relativismo protagoreo minava alla radice il concetto di verità e di ricerca.
 
 
Giancarla Perotti
Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo
Commenti
Nuovo Cerca RSS
Commenta
Nome:
Email:
 
Website:
Titolo:
Stile:
[b] [i] [u] [url] [quote] [code] [img] 
 
 
:angry::0:confused::cheer:B):evil::silly::dry::lol::kiss::D:pinch:
:(:shock::X:side::):P:unsure::woohoo::huh::whistle:;):s
:!::?::idea::arrow:
 
Inserisci nella casella di testo qui sopra, il codice di sicurezza che puoi leggere nell'immagine con una scritta "strana" al suo fianco.

3.26 Copyright (C) 2008 Compojoom.com / Copyright (C) 2007 Alain Georgette / Copyright (C) 2006 Frantisek Hliva. All rights reserved."

 
Pros. >
 
Fabriano,
23-27 Agosto 2010
 

Liturgia del Giorno

SACRATISSIMO CUORE DI GESU\' (ANNO C)
(Bianco)
I LetturaEz 34,11-16
Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare.
Salmo(Sal 22)
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
II LetturaRm 5,5-11
Dio dimostra il suo amore verso di noi.
VangeloLc 15,3-7
Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta.

www.lachiesa.it

Syndicate

Add to Google