Incontro regionale per gli Uffici Scuola diocesani delle Marche |
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lunedì 30 aprile 2012 | ||||||||
Terzo incontro regionale a Loreto - dei quattro annuali previsti - per i tredici direttori degli Uffici Scuola diocesani delle Marche, tutti presenti lunedì 30 aprile alla convocazione del dott. Franco Marini: segno evidente che il loro periodico ritrovarsi risulta sempre meno un atto formale e sempre più un’esigenza sentita di condividere responsabilità ed esperienze riguardanti la chiesa e la scuola.
Una delle maggiori preoccupazioni della CEI in questo ambito – ha dichiarato S. E. Mons. Coccia che ha presieduto l’incontro – è il calo generalizzato degli alunni che si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica: un calo particolarmente sensibile in alcune regioni italiane (Toscana ed Emilia Romagna), ma abbastanza evidente anche nella nostra. Dagli ultimi dati è emerso, ad esempio, che a Pesaro il numero dei non avvalentisi raggiunge il 10% nella scuola dell’infanzia, l’8% nella primaria e secondaria di I grado, l’8-9 % nei Licei, il 30% nei Professionali. È indispensabile – si è detto – interrogarsi seriamente sulle cause di tale fenomeno. Certo ci sono dei fattori “contingenti” che lo favoriscono: aumento degli alunni extracomunitari; sfavorevole distribuzione delle ore di lezione (prima e ultima); esclusione della religione da una reale incidenza sulla valutazione; irregolarità di alcuni Dirigenti che propongono in alternativa l’approfondimento di materie curricolari o concedono l’esonero anche dopo l’iscrizione ufficiale. Ma questi fattori esauriscono tutte le motivazioni? Per fare maggiore chiarezza, il dott. Marini ha proposto di dedicare l’incontro di giugno all’analisi – guidata da alcune domande preventive – dei singoli dati diocesani. Analoga preoccupazione suscitano le Scuole Cattoliche, molte delle quali sono costrette a chiudere per mancanza di finanziamenti statali e regionali, con grave danno per la libertà di educazione e per il bene della società, di cui sono un’indubbia risorsa. La CEI, per promuovere una maggiore sintonia tra questa realtà e le chiese locali, sta approntando una “Nota” che offre un aiuto ad approfondire l’identità delle scuole cattoliche e a dirimerne alcune questioni particolari, quali la posizione dei docenti che si trovano in situazioni canonicamente irregolari e l’idoneità di chi vi insegna religione. Ci troviamo in un momento critico e di passaggio - ha detto mons. Coccia – che però va vissuto nella fede e come occasione di conversione personale. Si è in attesa anche di una nuova normativa per il rilascio dell’idoneità e per la formazione degli Insegnanti di religione cattolica nelle scuole statali: sembra infatti in dirittura d’arrivo la revisione dell’Intesa tra l’Autorità scolastica e la CEI. Nel frattempo l’orientamento comune dei direttori marchigiani è di uniformare i criteri delle loro diocesi (ferma restando l’autonomia decisionale di ciascun Vescovo) al Decreto elaborato da mons. Coccia per la diocesi di Pesaro. Nell’incontro si è stabilito inoltre di ripetere (domenica 18 novembre 2012 a Montorso) l’esperienza della prima “Giornata Regionale gli IRC”, sulla quale è stato espresso un giudizio unanimemente positivo. Circa la sua strutturazione si è proposto di riservare il tempo pomeridiano dei lavori di gruppo alla comunicazione di “buone pratiche” messe in opera dai docenti e di affrontare, come tema generale, quello del Convegno della Chiesa Marchigiana del 2013 (sulla nuova evangelizzazione), in vista del quale si svolgerà a giugno (dal 21 al 24) un Convegno Catechistico Regionale sull’iniziazione cristiana. A tali Convegni – si é sottolineato con forza – è indispensabile che gli Uffici Scuola siano adeguatamente rappresentati, perché è nella scuola soprattutto che si incontrano i ragazzi. È altrettanto necessario che si promuova un’azione unitaria e coordinata tra i vari responsabili dell’educazione alla fede dei giovani (irc, altri docenti cattolici, responsabili della pastorale scolastica e della pastorale giovanile). Un’esigenza, questa, che va al cuore della questione e non può essere soddisfatta da soluzioni “tecniche”. Perché invitare gli educatori a muoversi e a cambiare rotta significa anche domandarsi che cosa può realmente mettere in moto la persona e farle vivere in modo unitario tutta la vita.
Paola Campanini
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