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24/3/2002 17:49:23 Tradizionale processione Venerdì Santo

Monterubbiano (AP) Arcipretura di Monterubbiano, Arcidiocesi di Fermo" Si svolgerà venerdì 29 marzo prossimo, alle ore 20 la tradizionale Processione del Venerdì Santo. La liturgia è una delle più antiche della Diocesi
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Messaggio Natalizio Vescovo di Ascoli
Vi do la mia pace
Ascoli Piceno - Nel saluto che noi cristiani scambiamo per questo Natale 2001 facciamo riferimento alle parole lasciate da Gesù ai suoi discepoli la notte del giovedì santo, vigilia della sua morte. “Vi lascio la pace, vi do la mia pace - non come la dà il mondo, io la do a voi – non sia turbato il vostro cuore e abbia timore” (Gv 14,27). Il dono più grande che potrebbe darci il Signore è proprio quello della pace la quale comprende e significa serenità, tranquillità, rapporti buoni interpersonali, speranza. Sono tutti sentimenti che fanno riferimento all’uomo. Pertanto dobbiamo fare riferimento all’uomo e chiederci qual è il suo elemento costitutivo. L’esperienza umana lo presenta come un ricercatore di qualcosa che sappia riempire il suo cuore e di qualcuno che sappia rispondere ai suoi quesiti esistenziali. La Parola di Dio, a sua volta, rivela che l’uomo è immagine di Dio. Per questo lo ricerca sempre, finché il suo cuore non arrivi a riposare in lui.

La conoscenza di Dio spiega anche l’enigma dell’universo. Dio è relazione ineffabile: Padre, Figlio e Spirito Santo. Non è un essere solitario e lontano. Di conseguenza l’uomo è costituito in relazione con Dio e con gli altri uomini. Questo rapporto con Dio e con gli uomini è positivo, quando è un rapporto d’amore. Allora l’uomo sperimenta la pace. Gesù promette proprio questa pace: la pace che è frutto della comunione e di un amore che va fino in fondo: ama gli amici e anche i nemici. E’ commovente pensare che Gesù ha pronunziato queste parole mentre si apprestava al sacrificio della croce dove avrebbe pronunziato le parole dell’amore più grande, il perdono. La pace è l’espressione della libertà cristiana la quale è libertà “da” ogni egoismo, sete di potere e superbia; è libertà “per” il servizio e la solidarietà; è libertà “con” per permette di vivere in comunione con tutte le altre persone.

A Betlemme Gesù è stato accolto con l’invocazione alla pace per gli uomini che Dio ama. Sul Calvario ha donato la libertà dal peccato, radice di ogni male. Nel testo citato Gesù avverte che dà la pace “non come la dà il mondo” cioè la mentalità mondana. La pace del mondo è una pace falsa perché è basata sull’individualismo e sul potere. Certamente ci può essere un ordine esteriore anche dove uno impone la sua egemonia ed altri devono sottostare per paura. Ma non è vera pace. Infatti non produce comunione. La pace del Signore viene accolta da chi sa pregare e sa servire. “La pace o la violenza germoglia dal cuore dell’uomo sul quale Dio solo ha potere. Convinti di ciò, i credenti adottano da sempre contro i più gravi pericoli le armi del digiuno e della preghiera, accompagnandoli con opere di carità.

Il digiuno esprime dolore per una grave sventura, ma pure la volontà di assumere in qualche modo la responsabilità, confessando i propri peccati ed impegnandosi a convertire il cuore e le azioni ad una maggiore giustizia verso Dio e verso il prossimo. Digiunando si riconosce con fiduciosa umiltà che un autentico rinnovamento personale e sociale non può che venire da Dio, dal quale tutti radicalmente dipendiamo” (Giovanni Paolo II, Angelus, 9 dicembre). Ringrazio tutti coloro che hanno aderito alla giornata del digiuno ed auspico per loro e le loro famiglie un Natale di grande serenità e di rinnovati rapporti amicali. A tutti l’invito alla speranza perché “Se il tuo cuore ti accusa di peccato, Dio è più grande del tuo cuore” (1 Gv 3,20).

Quando il Signore parlava, gli apostoli stavano per vivere una esperienza terribilmente dolorosa eppure Gesù afferma: “non sia turbato il vostro cuore e non abbiate timore”. La paura è l’arma del demonio, la pace è il dono del Signore. Apriamo le nostre coscienze con sincerità ed avremo la certezza della speranza anche nel buio delle umane capacità.

di: + Silvano Montevecchi

 

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