Gratis, come la vita
Qual è il significato della parola
Senigallia (AN) - Continua il percorso di formazione per tutte le persone che operano presso le associazioni di volontariato di ispirazione cristiana. L’iniziativa, a cura della Caritas di Senigallia, nasce dall’esigenza di fornire una riflessione e dei contenuti su ciò che accomuna tutte le realtà associative operanti nel settore socio-assistenziale: al di là, infatti, delle singole competenze che ciascuna associazione matura e perfeziona al proprio interno, vi è la necessità di una formazione permanente al servizio gratuito verso chi vive nel disagio ed ai valori della solidarietà e del bene reciproco. Da qui la proposta di un percorso formativo in sei tappe, alcune di carattere spirituale, altre di approfondimento e confronto.Lo scorso 15 gennaio, nell’ambito del percorso formativo, c’è stato l’intervento di don Cesare Pagazzi, insegnante nel seminario di Lodi, diocesi di Milano, che ha affrontato con grande efficacia una riflessione dal titolo: “La gratuità nel servizio”.
Lo abbiamo incontrato.
Gratis, come la vita
Qual è il significato della parola “gratuità”?
Essa deriva dal latino “gratia” cioè “grazia”. Il vocabolo apre un ventaglio ricchissimo di significati: “grazia” vuol dire “qualcosa dato gratis”. Ma esso significa pure “bello”; per esempio: “una persona graziosa”. La parola riveste anche il senso di “perdono”: “chiedere la grazia” affinché una pena sia revocata. Insomma, la “grazia” che è Dio stesso è dono libero, dono del perdono e proprio per questo veramente bello e affascinante.
È un valore laicamente proponibile, al di là del fatto religioso?
Non mi piace molto l’espressione “al di là” perché è traccia di un certo dualismo nel vedere la storia e il mondo. Da credente penso che ogni fenomeno della creazione conservi una traccia, più o meno evidente, di Chi l’ha creato.
Anche il sasso che trovo lungo la strada, anche un albero, il cagnolino che tiene compagnia sono realtà gratuite, date gratis. La pianura padana sta vivendo da mesi una terribile siccità che devasta i campi e minaccia i futuri raccolti. La pioggia non è niente di scontato; è un vero miracolo, una grazia. I cristiani non sono gli “specialisti”, i “periti” della grazia, semmai sono testimoni che hanno il compito di confessare esplicitamente (chiamando questa grazia con il suo nome: il Padre, il Figlio e lo Spirito) ciò che è sotto gli occhi di tutti.
Può esistere un servizio senza la gratuità (sia retribuito o meno)?
Se quanto ho appena detto è vero, la domanda potrebbe avere la risposta in un altro interrogativo: può esistere qualcosa senza la gratuità?
Come può il volontariato educare alla gratuità, con quali atteggiamenti?
Insieme agli atteggiamenti che già vive e sostiene - spesso con coraggio, altre volte perché è un po’ di moda – ritengo quanto mai urgente un’educazione al senso della creazione: se capissimo che la terra e l’acqua sono dono che il Padre ha dato per tutti gli uomini e le donne e non la terra di nessuno da trasformare nel proprio campo di battaglia e nel proprio terreno di conquista, eviteremmo parecchi problemi.
Gratuità e giusto riconoscimento del ruolo e del lavoro del volontariato (soprattutto da parte delle istituzioni): sono compatibili?
Credo proprio di sì. L’essere “schizzinosi” di fronte al riconoscimento (anche economico) di ciò che si fa per il bene degli altri potrebbe avere alle spalle una idea astratta e impositiva del dono: “Io voglio solo donare e non ricevere”.
E se la reciprocità è cacciata dalla gratuità, la gratuità perde il suo fine, vale a dire il legame, la relazione. La vera grazia è il legame.
a cura di Laura Mandolini
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