Le Acli, al servizio di tutta la società
Idee e programmi dalla Conferenza organizzativa delle Acli.
Ancona - Dopo quattro giorni di intenso lavoro, si è conclusa a Roma la Conferenza Organizzativa e Programmatica delle ACLI che ha visto la partecipazione di mille aclisti fra delegati ed invitati.
Molti gli ospiti illustri che hanno onorato e dato visibilità all’evento: Ministri, Sindacalisti, Amministratori. Le discussioni ed i dibattiti sono andati oltre le linee guida mettendo in evidenza il bisogno di confronto diretto che, in un mondo guidato dalla telematica, sta venendo sempre meno.
Trovarsi insieme a discutere su temi e problemi importanti che attanagliano la società dei nostri giorni quali la rete, la globalizzazione, la crisi della politica e dei modelli statuali, la crisi della famiglia, il disagio giovanile, le nuove sfide, l’allargamento dell’Europa, la cittadinanza, le esperienze territoriali, ecc., ha permesso ad ognuno di elaborare il proprio pensiero intorno alle scelte future per cercare di dare le risposte giuste ai tanti problemi
Si è anche parlato di solidarietà, di dono, di gratuità, di carità cristiana.
Nei grandi eventi si ha la percezione che le ACLI sono: complesse, contraddittorie, incoerenti. Il dualismo impresa sociale e movimento è la croce e delizia dell’Associazione, ma rimane uno dei nodi ancora da sciogliere; lo stesso senso di appartenenza è debole; si cercano nuove e diverse modalità nel vivere le tre fedeltà: Chiesa, lavoro, democrazia. Si ha la sensazione che la “Divina Provvidenza” continua ad avere un occhio particolarmente benevolo nei confronti delle ACLI se, nonostante tutte le diversità, il movimento riesce ancora a tenere insieme così tante persone, dare luoghi e spazi di impegno e creatività.
La verità è che l’Associazione è ricca di storia, di valori e permette alle persone di buona volontà concrete opportunità d’ azione.
La Conferenza ha chiamato giovani ed adulti a scegliere il futuro del movimento, impresa molto ardua in un contesto dove tutto è veloce e provvisorio
dove le unioni, il lavoro sono considerate temporanee, dove la coerenza è merce rara, i sodalizi sono a tempo e i valori stentano a trovare cittadinanza.
Gli interventi dei tanti giovani presenti, ricchi di cultura e nozioni tecniche, hanno richiamato, forse troppo spesso, citazioni di filosofi e pensatori vecchi e nuovi con un linguaggio diverso ma solo nella forma; essi considerano, comunque, fondamentali alcuni concetti: ascolto, condivisione, accoglienza, educare, che sono da sempre nel Dna delle Acli.
Il vero grande evento, comunque è stato l’incontro con il Santo Padre. Ben 15 mila persone sono arrivate a Roma per questo evento; troppi per entrare tutti nell’ Aula Nervi! Ma chi non è potuto entrare, è riuscito a seguire tutto l’evento sul grande schermo posto nel piazzale della Basilica. È stata una testimonianza, un atto di amore profondo del “Popolo” delle Acli verso il Pontefice.
L’emozione sul viso di tanti si è trasformata in lacrime nell’ascoltare le parole di un Papa sofferente.
Le Acli sono state chiamate dal Santo Padre ad essere le “api operaie” della Dottrina sociale della Chiesa che ha, anche, ribadito il concetto che il lavoro è per l’uomo e non viceversa e, lo stesso lavoro, non deve impedire lo svolgimento di un’armonica vita familiare; ha poi detto che bisogna allargare gli orizzonti nella costituente Europa per darle cultura e radici Cristiane. Ha, poi, continuato ricordando che il fenomeno della globalizzazione è la nuova frontiera della questione sociale, impone, quindi, ogni sforzo per convergere le forze in campo verso un autentico spirito di fraternità, per favorire uno sviluppo compatibile con il Creato, per dare un lavoro dignitoso ai tanti che ne sono esclusi.
In sostanza, il Papa ha detto alle Acli di operare nella maniera migliore, richiamandole a formulare, con coraggio, proposte concrete che indicano
con evidente immediatezza la centralità della persona umana ed a rinnovare, con impegno, l’antico e sempre nuovo compito di evangelizzare il lavoro e la vita sociale. A tutti i presenti è tornato alla mente quell’ormai lontano 1° maggio del 1995 quando ci si interrogava “sul come fare nuove le Acli”; allora il Pontefice disse che “solo il Vangelo poteva fare nuove le Acli”.
Nelle Acli, giovani e adulti, donne e uomini possono trovare spazi e opportunità, ma debbono essere disposti a camminare contro corrente, e fare del Vangelo la insostituibile guida.
Il movimento è un soggetto capace di scegliere sulle “cose” prima ancora che sull’ indirizzo politico che le ha determinate e che crede nella democrazia come lo strumento capace di dare cittadinanza attiva a tutti gli esseri umani.
La Conferenza ha scritto un’altra bella pagina nel libro delle Acli.
Continuiamo il nostro percorso che sarà, ancora una volta, una lunga e faticosa salita, ma in buona compagnia.
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