S. Maria Goretti
Riflessioni sulla piccola santa
Senigallia - questa bambina, appena dodicenne, vittima della violenza e dell’egoismo umano! Leggendo la sua biografia e ascoltando qualche aneddoto della sua breve vita nasce spontanea la riflessione sull’odierna condizione mondiale dei bambini e quindi sull’attualità del messaggio che giunge a noi adulti dalla storia e dal sacrificio di Maria.
Non è necessario andare oltre i nostri confini per incontrare Maria del 2000... certamente c’è Maria che muore di fame, Maria che muore di morbillo, Maria venduta per un suo organo, Maria morta su un motoscafo durante il “viaggio della speranza”...e l’elenco potrebbe continuare all’infinito; ma quante Maria abitano lungo la nostra via ricoperte di ogni bene materiale ma affamate di amore, di rispetto, di dialogo ?
Le cronache di questi ultimi mesi sono sconcertanti da tal punto di vista: eventi per lo più frutto di pazzie, ma forse punte di un iceberg che denotano un male profondo e sommerso che si và sempre più radicando nella nostra società.
Negli ultimi due anni nella nostra città si è aperto il dibattito e la riflessione su un fenomeno sempre più dilagante, quello della pedofilia, della molestia e dell’abuso sessuale dei più piccoli. In futuro si tenterà di partire con un progetto di prevenzione da proporre alle scuole della città per fornire ai bambini una serie di informazioni e di consigli che allontanino tabù e timori che spesso impediscono loro di liberarsi dalla rete in cui sono rimasti intrappolati. Rispetto a ciò la storia di Maria Goretti, figlia della nostra terra, potrebbe essere un buon punto di partenza e di riflessione non solo per noi adulti ma anche per i nostri bambini.
Siamo nel 1902, in un contesto familiare semplice e povero materialmente, in un ambiente sociale privo di stimoli culturali; nonostante ciò Maria non cede facilmente, non si lascia spaventare ed irretire, al contrario reagisce e mostra tutto il suo coraggio e la sua forza. Quanti bambini del terzo millennio invece si ripiegano su se stessi, rimangono schiacciati dalla violenza dell’adulto! E qui la responsabilità è proprio di noi genitori, insegnanti, educatori, sempre pronti ad appianare la strada dei piccoli, a togliere ogni sasso, a raddrizzare ogni curva, rendendoli così fragili, deboli, incapaci di reagire di fronte alla prima difficoltà! La famiglia Goretti aveva affrontato tante difficoltà e Maria, già a 12 anni, conosceva il dolore, la fatica del lavoro, gli stenti della fame, ma il suo carattere era ben temprato, rendendola capace di guardare in faccia la realtà.
La grande ricchezza della piccola Maria, che l’ha resa santa, è stata la sua formazione cristiana, la sua fede solida, radicata sulla Eucarestia. Senza dubbio i sacramenti a quell’epoca e in certe famiglie non erano circondati da feste, regali, e abiti preziosi, ma erano vissuti con semplicità e autenticità, che consentivano ai bambini di comprenderne il profondo significato, di interiorizzare certi valori e viverli quotidianamente. Con ciò non intendiamo inneggiare il passato e denigrare i tempi presenti, ma il forte senso di sbandamento e di crisi che ovunque i giovani denunciano ci dovrebbe far riflettere molto, consapevoli delle nostre responsabilità educative. È molto eloquente l’elevato numero di Chiese nel mondo dedicate a Santa Maria Goretti!
La sua storia è la storia di tanti, troppi bambini che nel mondo soffrono e vengono “uccisi” ogni giorno dal nostro egoismo e dalle nostre violenze, fisiche e psicologiche, che con lei salgono sugli altari non per essere lodati e per ricevere gloria terrena, ma per ricordarci che una società che corre dietro falsi idoli, che “condanna a morte” i suoi figli è destinata a degradare.
Le celebrazioni del centenario della morte di Maria Goretti siano motivo di scelte concrete per i bambini vicini e per quelli lontani.
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