Un anno al servizio
Una S. Messa nella Chiesa di S. Martino ha dato il via all’anno di Servizio Civile Femminile (Caritas di Senigallia)
- È iniziata! Finalmente anche noi possiamo realizzare uno dei nostri sogni: il Servizio Civile Femminile. Siamo tre ragazze che qualcuno ha definito “folli”, altri “fuori”, ma altri hanno preferito chiamarci “in gamba”, “coraggiose”...personalmente crediamo di essere soltanto noi stesse. Non sappiamo quale delle due precedenti attribuiteci sia più vera, sappiamo che siamo orgogliose della nostra scelta.
Probabilmente vi chiederete che cosa ci è passato per la testa quando abbiamo deciso di “arruolarci” nell’esercito della Caritas. È difficile riuscire a spiegare in poche righe i motivi che ci hanno spinto ad imbarcarci sulla zattera “SCF”...potremmo dirvi che abbiamo avuto il desiderio di poterci spendere per un anno per gli altri, per coloro che apparentemente non avrebbero nulla da darci, invece possono arricchirci dal lato umano. Però, questo non rende ancora l’idea.
Infatti, il Servizio risponde ad una nostra vocazione, sì, una vera e propria chiamata da parte di Dio a compiere qualcosa di veramente grande nella nostra semplice vita. E niente può essere più grande della gratuità. Abbiamo sentito che era giusto in questo momento rispondere: “Signor’ Sì”. Non potevamo farci sfuggire un’occasione così preziosa. È bello sentire alla sera la stanchezza di una giornata se si è spesa in questo modo.
L’altra cosa entusiasmante di tale avventura è la vita comunitaria. Ci troviamo a svolgere insieme i lavori di casa, la preparazione dei pasti, i momenti di preghiera e di riposo... anche questi sono opportunità per crescere e per scoprire la bellezza dell’altro nella sua diversità! È arricchente vedere che esistono modalità diverse di fare le stesse cose, ma è anche divertente. Tutto, infatti, costituisce motivo di divertimento ed allegria da vivere insieme.
È in queste occasioni che la comunità, che siamo state chiamate a costituire, si solidifica e permettono di instaurare delle vere relazioni tra di noi.
Un altro momento importante della nostra vita comunitaria è quando ci raccontiamo ciò che abbiamo vissuto nei nostri centri operativi, che cosa abbiamo fatto, chi abbiamo incontrato. In tale modo possiamo venire a conoscenza di quale è il ruolo delle altre nel proprio centro e di come è strutturato quest’ultimo. L’aspetto più bello di ciò, però, è il fatto che ciascuna sente proprio il bisogno di rendere le altre partecipi di quello che ci succede quando non siamo insieme.
Alla fine dell’articolo qualcuno starà forse pensando che siamo tre ragazze che nella loro vita non avevano tanti impegni, non sapevano come occupare i giorni, ma non è così. Abbiamo il nostro da fare (studio, Scout, parrocchia, Azione Cattolica, amici, volontariato...), però, abbiamo voluto sperimentare come poter spremere la nostra vita a favore degli altri e come
ci si può sentire.
Il simbolo del Servizio Civile femminile nella nostra Diocesi è una farfalla perché è ciò che ci rappresenta nel migliore dei modi. Infatti, prima di tutto è libera e noi abbiamo avuto la libertà di scegliere di svolgere il servizio. Poi, la farfalla è una Creatura che apparentemente non produce, non ha forza, vola solo da una parte all’altra sembra inutile, invece è capace di donare colore ed allegria a chi le circonda. Così dovremmo fare noi con le persone che il Signore ci farà incontrare sul nostro cammino in questo anno. Ma anche gli altri faranno altrettanto con noi, ce lo auguriamo di cuore.
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