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“La magia è più diffusa dove c’è il benessere, perché non si accetta la fragilità” PDF Stampa E-mail
giovedì 12 maggio 2011
foto_relatori_convegno_magia_diocesi_fano_1.jpg
In foto: i relatori del convegno.
 
Magia e nuove religiosità. È stato questo il tema della giornata di studi organizzata dalla Diocesi di Fano sabato 7 maggio presso il centro pastorale. Ad introdurre i lavori – rende noto don Giacomo Ruggeri, dalla Curia Vescovile – è stato don Giorgio Giovanelli delegato diocesano per il Centro di Bioetica. Poi l’intervento del Vescovo Armando Trasarti il quale ha sottolineato l’importanza della questione dal punto di vista dell’etica psicologica. “Da sempre, vivendo nel mondo ecclesiale – ha precisato il Vescovo evidenzia don Ruggeri – mi turba la grande scorciatoia sui problemi della vita, quale ad esempio il miracolismo. Dobbiamo aiutare la gente a pensare senza razionalità andiamo alla deriva”. Mons. Trasarti, in riferimento proprio alla magia, ha evidenziato come questa sia diffusa maggiormente nelle zone benestanti, dove esiste un’economia emergente proprio perché la cultura del benessere non accetta fragilità. Al convegno è intervenuto il professor Pierluigi Zoccatelli vicedirettore CENSUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni) il quale ha commentato alcuni dati interessanti relativi alle religioni presenti nel nostro Paese. Durante il convegno si è parlato anche di fede e superstizione. I presenti, nella riflessione, sono stati aiutati da don Lorenzo Lasagni, docente di Teologia spirituale e responsabile del GRIS diocesi di Ravenna–Cervia, il quale ha illustrato ai presenti le forme più diffuse di superstizione. “Nella Bibbia – ha spiegato don Lorenzo – la fede viene  messa in relazione con qualcosa di solido, che ci impedisce di cadere. La Chiesa è, da sempre, preoccupata di salvaguardare la fede in Cristo Signore perché è lì che risiede la beatitudine e la felicità dell’uomo. Nel Catechismo della Chiesa cattolica la superstizione viene definita come un eccesso perverso della religione. Per questo dobbiamo stare molto attenti non ai grandi gesti, ma ai piccoli gesti che la gente compie ogni giorno”. Don Lorenzo, durante la sua relazione, ha illustrato ai presenti alcune forme di superstizione popolare diffuse nelle Marche e non solo: pensiamo ad amuleti e talismani, alle formule magiche che utilizziamo senza conoscerne il vero significato, agli elisir, a riti legati agli animali e alla semina. “Chi ha la fede – ha concluso don Lorenzo – è fortunato. La fede è un’esperienza coinvolgente che ti fa innamorare  di Cristo e della Chiesa”. Le conclusioni le ha tirate don Giovanelli a nome del Vescovo impegnato nella mostra del Guercino a Fano: “È importante porre qualche riflessione sulla secolarizzazione per accorgerci che dobbiamo sicuramente ad essa il moltiplicarsi di queste nuove religiosità che ci fanno capire, forse ancora meglio, il profondo bisogno presente nel cuore dell’uomo. Di qui la grande sfida pastorale che ci aspetta, sfida che coinvolge gli ambiti della pastorale familiare, facendo sì che le coppie non si sentano sole e della pastorale giovanile, una pastorale che sappia formare e informare il giovane sulla grande illusione che caratterizza la società contemporanea: l’illusione  del tutto, subito e soprattutto senza fatica. Il mio plauso e il mio incoraggiamento a quanto la pastorale giovanile sta facendo nella nostra diocesi. Vorrei citare la casa dei giovani che, fra poco tempo, verrà inaugurata a Fano. Un luogo dove si possa realizzare la formazione dei giovani ai valori autentici della vita, primi fra i quali la condivisione e la bellezza della vita comune”.

 
SEGUE UNA SCHEDA DI DATI E NUMERI
 
« In Italia – ha affermato Zocatelli, vicedirettore CENSUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni) - sono presenti 614 religioni, o meglio forme socialmente organizzate con tanto di leadership e testo sacro, che richiamano 1.178.324 fedeli, circa il 2 % dell’intera popolazione italiana. Questo dato, ovviamente, non tiene conto degli immigrati regolari e dei residenti stranieri nel nostro territorio: in questo caso arriveremo al 4-5%. Le religioni più diffuse sono i testimoni di Geova (250 mila), i pentecostali (450 milioni di fedeli nel mondo, 300 mila in Italia) e i 55 mila membri di Soka Gakkai (dal giapponese “società che per la creazione dei valori”). Poi ci sono gli atei e gli agnostici (5 % della popolazione circa), i seguaci di Hare Krishna (450-500 presenze in Italia) e della New Age. Questo ci fa capire bene come il panorama religioso sia molto articolato e complesso. Credo che, oggi come oggi, dobbiamo dedicarci ad un cambiamento individuale: dalla spiritualità del sé globale a quella del ‘me’ ».
 
 
 

Diocesi di Fano 
Ufficio Comunicazioni Sociali


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