Sessanta ore di preghiera eucaristica per le intenzioni del Santo Padre. La proposta della Congregazione per il clero in occasione del 60° anniversario di ordinazione sacerdotale di Benedetto XVI è stata accolta dalla diocesi di Ascoli Piceno, che ha coinvolto quanti ormai da cinque anni pregano davanti all'Eucaristia giorno e notte nella Chiesa di Santa Maria della Carità (Chiesa dell'Adorazione eucaristica perpetua). La celebrazione si concluderà il prossimo 29 giugno, anniversario dell'ordinazione di papa Ratzinger.

 

Prete da 60 anni, papa da sei. "Il prossimo 29 giugno - scrive il vescovo di Ascoli Piceno, mons. Silvano Montevecchi (nella foto, a sinistra), in un messaggio alla diocesi pubblicato sul quindicinale diocesano 'La Vita Picena' - ricorrono 60 anni dell'ordinazione sacerdotale del Santo Padre Benedetto XVI. Di questi, sei sono trascorsi da quando il 19 aprile 2005 veniva chiamato a succedere a Giovanni Paolo II (...) che lo scorso 1° maggio ha iscritto nell'albo dei beati, primo Papa della storia a beatificare il proprio predecessore. In questi sei anni di governo si è imposto alla sua Chiesa e al mondo per una straordinaria produzione dottrinale: tre Lettere encicliche sulla carità, sulla speranza e sulla dottrina sociale della Chiesa, due Esortazioni apostoliche post-sinodali, due volumi su 'Gesù di Nazaret' con i quali ha divulgato il metodo dell'esegesi teologica dei testi biblici, un libro intervista che ci sorprende per la serenità e la lucidità con le quali risponde alle domande su tutti i problemi del mondo. Attraverso la catechesi del mercoledì ha illustrato la storia della Chiesa proponendo le figure dei cristiani - i Santi - che ne hanno illuminato il cammino, insegnando a riflettere sulla vera identità della Chiesa. I discorsi che ha pronunciato durante i viaggi pastorali, specialmente davanti al mondo della cultura, sono stati ovunque apprezzati in modo straordinario".

Un dono controcorrente. Come "dono" per le "nozze di diamante" del Papa con la Chiesa, aggiunge il vescovo, "è stata proposta una grande preghiera dal 1° al 29 giugno: 60 ore di adorazione eucaristica. Certamente un dono in controtendenza con la nostra mentalità consumistica, ma in linea con la determinazione di questo Papa che vuole arricchire la vita interiore dei cristiani". Ogni giorno nella chiesa di Santa Maria della Carità, dalle 9 alle 11, "l'adorazione eucaristica avrà la finalità di pregare secondo l'intenzione del Papa per i bisogni dei cristiani, specialmente per quanti vivono nelle regioni dove attualmente sono discriminati. Al termine di questo mese di preghiera, il 29 giugno, nelle nostre parrocchie - come ogni anno - raccoglieremo anche l'obolo da mettere nelle mani del Papa affinché possa testimoniare la sua sollecitudine verso le Chiese povere". E "il 29 giugno, con semplicità e cordialità, diremo: 'Santo Padre, grazie! Continui a guidarci con la sua parola saggia e luminosa".

Orazione incessante. L'Adorazione eucaristica perpetua che da 5 anni "vive" nel cuore della città, nella chiesa di Santa Maria della Carità, "sta a significare - spiega il rettore della chiesa, don Angelo Ciancotti - la perseveranza di circa 400 uomini e donne che si avvicendano in quest'orazione incessante, permettendo a tutti di trovare uno spazio di riflessione e di raccoglimento. In sostanza quando nella città, anche nella notte, ci si diverte o si dorme, c'è sempre qualcuno che veglia e che prega". Il 29 giugno, aggiunge don Ciancotti, "vogliamo stringerci intorno al Santo Padre per testimoniargli la nostra gratitudine, il nostro affetto, la nostra comunione per il servizio che sta offrendo a Dio e alla sua Chiesa" offrendogli "una straordinaria corona di preghiera e di unità". Gli adoratori, dice il rettore, "hanno voluto un registro dove mettere la propria firma, come segno tangibile della loro presenza davanti al Signore, da consegnare al vescovo come impronta percepibile dell'affetto, dell'adesione corale e gioiosa al Santo Padre".

La voce degli "adoratori". "Come adoratrice - racconta Paola (il cognome non viene indicato per privacy, ndr) - tutte le volte che ripeto 'Segno di unità e di pace', frase presente nelle litanie eucaristiche, sperimento che Gesù, il Figlio di Dio, davvero è il Re della pace, perché in pochi anni si è creata una famiglia, che unisce adoratori laici, vescovo, suore, rettore, sacerdoti, movimenti e associazioni. In questi giorni siamo ancora più uniti per ringraziare Gesù del dono di Benedetto XVI, e per pregare per il suo ministero. Sotto la sua salda guida ci sentiamo attratti da Colui che ci ha chiamati, e c'invita insieme a un unico banchetto, già pronto per noi". E ancora Vito, un altro degli "adoratori": "Tre anni fa attraversavo piazza Roma e guardavo con sufficienza chi 'perdeva tempo' a entrare in un luogo sacro, senza sapere cosa vuol dire 'sacro'. Non vi dico perché, ognuno ha il suo motivo, una sera sono entrato. E dentro di me sono sorte domande che non conoscevo, tanto meno le risposte". Da allora "ogni settimana torno, e alla Sua presenza cresce la mia fede".

 

A cura di Giampiero Cinelli
Direttore de "La Vita Picena"

 

Foto di Roberto Gregori.

Pubblicato in www.agensir.it

Venerdì 10 Giugno 2011

Commenti

Nuovo Cerca RSS

3.26 Copyright (C) 2008 Compojoom.com / Copyright (C) 2007 Alain Georgette / Copyright (C) 2006 Frantisek Hliva. All rights reserved."