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Martedì 12 Giugno 2007 - I pesaresi invitati all'ospitalità per l'Agorà dei Giovani

Mons. Coccia: vivere l'Eucarestia e trasformare la realtà in cui viviamo

"Noi viviamo come Chiesa locale sempre e comunque l’esperienza della comunione. E questa esperienza ci porta a solidarizzare nei momenti della normalità come anche nei momenti della straordinarietà. Se gli avvenimenti ultimi si possono definire di straordinarietà, la nostra comunione con Mons. Bagnasco pastore stimato, aumenta a dismisura. Comunque credo che questa solidarietà viene condivisa nella chiesa e con la chiesa di Pesaro attraverso la preghiera oltre che il sentimento della stima e della prospettiva futura che riguarda questo pastore ora a Genova e alla conduzione della chiesa italiana". Mons. Piero Coccia Arcivescovo di Pesaro ha voluto ricordare durante la solennità del Corpus Domini, Mons. Angelo Bagnasco Presidente della Cei, che in questi giorni ha avuto nuove minacce nella sua sede arcivescovile di Genova. Ma nell’omelia tenuta, al termine della processione cittadina, nel Duomo gremito di fedeli, Mons.Coccia ha voluto spiegare il significato della processione eucaristica ai nostri giorni. "Ci chiediamo, attraversando le nostre vie e vedendo le nostre case, che sollecitazioni può dare alla nostra società civile il gesto della processione. Indubbiamente come credenti abbiamo tre responsabilità: in primo luogo l’attualizzazione dell’Eucarestia, che la chiesa di Pesaro deve realizzare con una sua costante presenza, attraverso tutte le sue articolazioni. La chiesa locale non può essere virtuale e nascosta, ma occorre una fisicità, che si deve trasformare in testimonianza nel tessuto sociale e culturale di Pesaro. Sento con le mie stesse orecchie, ha proseguito Mons.Coccia, che all’interno del mondo cattolico locale vi sono poche risorse e forze. Ma dobbiamo comprendere che la nostra testimonianza non si deve più basare sull’aspetto quantitativo ma qualitativo. In secondo luogo la chiesa pesarese deve esprimere la sua presenza contrapponendosi al delirio dell’onnipotenza, spesso però segnato dalla timidezza e dalla povertà morale, soprattutto nelle nuove generazioni. Anche nel nostro contesto sociale vi è un inaridimento ideologico, una conflittualità di ogni genere legata soprattutto al potere e la persona viene vista come merce di scambio e contrattazione. La terza responsabilità, dopo la presenza e la testimonianza di Cristo, è la trasformazione della realtà in cui viviamo". E a questo punto Mons. Coccia ha presentato un importante appuntamento diocesano. "Chiediamo ai pesaresi di ospitare per le giornate del 29-30-31 agosto 3000 giovani provenienti da ogni parte d’Italia e dall’estero, in occasione dell’Agorà dei giovani a Loreto con il Papa".

Paolo Montanari


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