Agenzia stampa on-line. Registrazione presso il Tribunale di Ancona n. 7/07 del 19 Aprile 2007 Dir. don Dino Cecconi

Agosto 2007 - Le Conversazioni di Palazzo Petrangolini

Un'iniziativa parallela ai corsi estivi dell'Università di Urbino

Di anno in anno le Conversazioni di Palazzo Petrangolini acquistano un’attenzione sempre più vasta e consolidano consenso in campo culturale: dal 1985 questa iniziativa legata ai corsi estivi dell’Università rappresenta un punto di riferimento.
Cosa si fa a Urbino, cosa si pensa a Urbino? Non solo nell’ambito ecclesiale,  sostenuto a suo tempo da don Italo Mancini e dall’arcivescovo Donato Bianchi, oppure in quello letterario ed artistico, sollecitato da Carlo Bo e da Valerio Volpini, ma anche nell’onda dei problemi civili e delle questioni sociali.
Il Circolo Acli – Centro Universitario fin dalla sua nascita (1983) è stato un luogo aperto al dibattito ed all’esercizio dell’intelligenza. Quest’anno pone il mese d’agosto sotto il segno dei 50 anni dell’Unione Europea, traguardo politico e campo di un nuovo umanesimo.
Gli incontri quotidiani si sviluppano lungo tre orari: alle ore 11,15 le comunicazioni brevi, le proposte di un’ora di conversazione: la poesia, le riviste, alcuni libri d’interesse ecclesiale, i nostri personaggi; alle ore 17,30 i seminari dell’Istituto di Scienze  Religiose “Italo Mancini”, animati da Piergiorgio Grassi; alle ore 21 le tavole rotonde con Ilvo Diamanti, Kalhed Fouad Allam, il rettore Bogliolo, Gianfranco Sabbatini; e sui livre d’artiste (due appuntamenti), le conversazioni di Paolo De Benedetti, Giannino Piana, Aldo Natale Terrin, Andrea Milano, don Manlio Sodi, Ernesto Preziosi, Vito D’Ambrosio. Il 10 agosto verrà ricordato don Lorenzo Bedeschi, il 23 Paolo Volponi con letture da “Corporale” con interventi di Pino Paioni e Germana Duca.
Il programma è intenso, grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro: quasi quaranta incontri ed alcuni fuori cartolina perché concordati da poco, che rappresentano il clima inquieto della cultura europea. Cosa dire e cosa sperare? Uscire dalla precarietà, da questo stato di malessere invasivo come una droga ed iniziare una conversazione senza fine nel segno della speranza. Sono parole ma ancor più un invito rivolto ai più giovani ed anche agli altri. Insieme si può sognare.

Gastone Mosci


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