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Domenica 28 Ottobre 2007 - Veglia missionaria a Pesaro con P. Alberto Zamberletti

Presieduta in Cattedrale da mons. Coccia



"Tutte le Chiese per tutto il mondo". E’ questo lo slogan della Giornata Missionaria Mondiale 2007, che si celebra a Pesaro domenica 28 ottobre. Un’occasione per raccogliere offerte a sostegno delle comunità ecclesiali più povere del mondo, ma anche un’opportunità per pregare e riflettere. Anche la nostra comunità diocesana sarà dunque chiamata a meditare e condividere qualche aiuto con chi è meno fortunato. La Giornata Missionaria Mondiale sarà preceduta, a livello diocesano, dalla Veglia Missionaria, che si celebra venerdì 26 ottobre alle ore 21,15 in Cattedrale, presieduta dall'Arcivescovo Mons. Piero Coccia. Sarà inoltre proposta la testimonianza di Padre Alberto Zamberletti, missionario del PIME, da 33 anni in Guinea Bissau, Africa Occidentale, nelle regioni più interne del Paese quasi totalemte di religione musulmana.Salute e dialogo interreligioso sono stati i due binari su cui si è mossa la sua testimanianza missionaria in questi anni. Per questo appuntamento abbiamo voluto sentire Padre Zamberletti che ci ha anticipato quello che ci dirà durante la veglia missionaria a proposito dei bambini denutriti in Guinea Bissau: Che cosa significa concretamente che il progetto per il recupero dei bambini denutriti della Guinea Bissau è “concluso”? Certamente non vuol dire che non ci sono più bambini denutriti in Guinea Bissau. Di fatto le statistiche del Paese danno ancora queste cifre: la mortalità infantile è intorno al 203 per mille, cioè un bambino su cinque muore prima di arrivare al quinto compleanno. La malaria è la principale causa di mortalità, soprattutto infantile. Le altre malattie mortali per i bambini sono, in combinazione con la malnutrizione, diarrea, morbillo, polmonite e infezioni respiratorie acute. Il 25% dei piccoli sotto i 5 anni è sottopeso, il 30,4% presenta un ritardo nella crescita.Nonostante il progetto sia concluso, inoltre, i 28 Centri di Recupero Nutrizionali (CRN) attualmente gestiti dalla Caritas Guinea Bissau continuano ad assistere bambini malnutriti e a rischio di malnutrizione. Funzionano ancora a pieno ritmo anche se con qualche difficoltà dovuta ai cambiamenti avvenuti da un anno a questa parte: cambio di personale a tutti i livelli, nuovi partner per la collaborazione, nuove metodologie. A questo proposito occorre tener presente che la Chiesa locale è l’unica entità del Paese a occuparsi concretamente dei bambini denutriti e non arriva a dare copertura al problema nazionale. Qual è ora la situazione dei bambini che avete seguito? Tutti i bambini che vengono dimessi dal Centro in buono stato nutrizionale continuano a essere seguiti dall’équipe di Vigilanza Nutrizionale che passa regolarmente in ogni villaggio per valutare lo stato nutrizionale delle comunità. Un’attenzione speciale è data ai bambini più fragili. Questo controllo dura circa un anno e continua con intervalli di tempo più dilazionati fino al raggiungimento del 5° anno di età. Uno studio realizzato su un campione di 300 bambini ha dimostrato che la sopravvivenza fino a 3 anni dalla dimissione è praticamente assicurata. Le mamme dei bambini denutriti hanno appreso nel Centro ad affrontare le nuove situazioni di rischio per i propri figli, utilizzando risorse locali (per esempio: pappe di cereali, frutta e verdure coltivate nel villaggio). Che cosa sarebbe necessario fare per risolvere alla radice il problema della denutrizione? L’esperienza maturata nei 33 anni in cui mi sono occupato di questo problema in Africa e le iniziative prese in vari centri di ricupero nutrizionale mi hanno suggerito che è importante abilitare e sostenere tutte le formazioni sanitarie di base del Paese nel trattamento e prevenzione dei casi di denutrizione nei bambini, il più vicino possibile al proprio domicilio. Oltre a ciò è fondamentale   promuovere la produzione e l’utilizzazione dei prodotti locali. Infine, è utile sostenere iniziative che comportino un pacchetto minimo integrato di interventi capillari a basso costo quali la disponibilità di medicinali di base, soprattutto quelli per le malattie dell'infanzia; l’accesso alle vaccinazioni; la formazione di agenti sanitari di base, volontari nelle comunità; la disponibilità e utilizzazione di zanzariere antimalaria trattate con insetticida; l'offerta e l’utilizzazione di servizi di assistenza pre e post-natale. A tale scopo è imprescindibile coinvolgere tutti i settori statali e della società civile, incluse le differenti istituzioni religiose (cristiane e non), nella promozione di una buona nutrizione soprattutto per le persone più vulnerabili. Viene proposta  per chi vuole di saltare la cena e devolvere il corrispettivo a sostegno delle Comunità Ecclesiali più povere del mondo.


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