Lunedì 16 Aprile 2007 - Il ruolo dell’allenatore e la violenza sportiva

Incontro con Walter Magnifico, nel circolo Acli a Novilara

“Siamo arrivati in Italia ad un bivio culturale riguardo allo sport, occore ritornare ai valori autentici dello spirito sportivo”. Con queste parole Walter Magnifico ex giocatore della gloriosa Scavolini basket dai 2 scudetti anni '88 e '90 - ancora nel cuore dei pesaresi - e ora Capo Allenatore della squadra della sua città d’origine, la Cestistica di San Severo - è entrato nel campo altrettanto difficile del dibattito sulla realtà sportiva rispondendo - visti i recenti episodi di cronaca - alla  provocatoria domanda “chi ha detto che lo sport fa bene? Il ruolo dell’allenatore e la violenza sportiva”.
W. Magnifico, il 16 Aprile davanti ad una folta platea di giovani nella sala del circolo Acli della parrocchia di Novilara, non si è limitato a ricordare i gloriosi 16 anni di militanza sportiva a Pesaro quando la Scavo era un punto di riferimento di gloria e di identità cittadina, ma ha anche guardato al presente per gettare le basi di un futuro in cui lo sport negli stadi ritorni ad essere un momento di festa, di sano divertimento e di responsabilità civile.
Don Giampiero Cernuschi, organizzatore dell'incontro, nella sua introduzione ha ricordato le radici remote dello sport, nato per esorcizzare la violenza e la guerra nella antica Grecia. Ora lo sport - ha proseguito don Cernuschi - sembra aver capovolto le sue stesse ragioni di essere - ed in positivo ha ricordato le parole del Papa Giovanni Paolo II per il Giubileo degli sportivi nel 2000: “Grande importanza assume oggi la pratica sportiva - scriveva Giovanni Paolo II - perché favorisce l’affermarsi nei giovani di valori importanti quali la lealtà, la perseveranza, l’amicizia, la solidarietà... anche il cristiano può trovare nello sport un aiuto per sviluppare le virtù cardinali – prudenza, giustizia, fortezza e temperanza”. “Parole in controtendenza” ha sottolineato Don Cernuschi rispetto a certa cronaca fortunatamente marginale rispetto al profilo planetario assunto dallo sport e alla sempre più grande responsabilità degli sportivi nel mondo.
Magnifico nel suo intervento ha ricordato il ruolo che lo sport ha avuto nella sua vita fin dalla sua giovane età quando nell’oratorio parrocchiale dopo la messa lo sport assicurava ancora la dimensione formativa, il senso della festa e la gioia dello stare assieme.
Ora l’allenatore, per il noto cestista, non può essere solo un tecnico, bensì un formatore, uomo di virtù di esempio che motivi ed incoraggi creando uno spirito di squadra. Oggi però, soprattutto nel calcio, è necessario che emerga una tifoseria più sana, fedele allo spirito dello sport. Non a caso, ha ricordato come E. Messina, A. Mazzon, S. Scariolo abbiano lasciato definitivamente l’italia. “Allenatori uniamoci” sembra aver voluto dire, facciamo sentire il nostro giusto peso anche presso i presidenti, le tifoserie, le federazioni perché non si dimentichino dello sport dentro le scuole, delle piccole società amatoriali, una crisi che è anche istituzionale e politica.
Nel vivace dibattito con il pubblico non sono mancate anche le proposte concrete come per esempio valorizzare giornate di festa sportiva nelle scuole nei comuni nelle parrocchie, dove liberi dalle leggi del mercato sportivo tutti giovani e meno giovani possano rivivere il vero senso della festa sportiva.
“Tutto ciò - ha replicato in conclusione don Cernuschi - non è utopia, esistono iniziative e realtà come il CSI (Centro Sportivo Italiano) che da anni in Italia stanno facendo risorgere una nuova cultura di amare e praticare lo sport per tutti. Il dibattito comunque non terminerà qui, ma ci auguriamo proseguirà proseguirà con altre figure di spessore sportivo ed umano affinché lo sport risponda senza snaturarsi alle esigenze dei nostri tempi, liberi i giovani dall’apatia, dall’indifferenza e dall’intolleranza, susciti un sano agonismo”.

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