Pesaro: giornata delle vocazioni |
lunedì 30 maggio 2011 | ||||||||
Domenica 15 maggio è stata celebrata anche nell'Arcidiocesi di Pesaro, con una Santa Messa presieduta dall’Arcivescovo Piero Coccia nel Santuario della Beata Vergine delle Grazie, la 48ª Giornata Mondiale di preghiera per le Vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, istituita in risposta all’invito di Gesù Buon Pastore, il quale vedendo le folle stanche e sfinite come pecore senza guida, ne ebbe compassione e disse: “Pregate il Signore perché mandi operai nella sua mèsse”.
L’Arcivescovo, riferendosi al Messaggio inviato per l’occasione dal papa Benedetto XVI, ha ricordato che la Chiesa, responsabile della nascita e della maturazione delle vocazioni sacerdotali, è chiamata a custodire, stimare, amare questo dono, perché gli uomini avranno sempre bisogno di Dio, anche nell’epoca del dominio tecnico del mondo e della globalizzazione. La capacità di coltivare le vocazioni è segno della vitalità di una Chiesa locale: il tema della giornata perciò (“Proporre le vocazioni nella Chiesa locale”) ha voluto richiamare le famiglie cristiane, le comunità parrocchiali, i movimenti e le associazioni ecclesiali ad avere il coraggio di indicare agli adolescenti e ai giovani questa strada impegnativa, ma ricca di senso, della sequela di Cristo. La celebrazione della Messa per la Giornata Mondiale delle Vocazioni è stata preceduta - per decisione di mons. Coccia a seguito dell’invito del Consiglio Episcopale Permanente della CEI - dalla recita del Santo Rosario e da una preghiera di affidamento a Maria del popolo italiano, in occasione dei suoi 150 anni di Unità. Con tale preghiera i Vescovi italiani hanno voluto ricordare il legame del tutto particolare che unisce la Chiesa alla storia dell’Italia, centro della cattolicità. Un rapporto che (come ha sottolineato il Pontefice nel suo messaggio al Presidente Napolitano) ha attraversato, per complesse ragioni storiche, culturali e politiche, forti turbolenze, tanto da essere considerato, a volte, un onere più che un privilegio. E tuttavia nessuno può negare la testimonianza grandiosa, fino al martirio, che in questa terra è stata resa a Cristo nel corso dei secoli: il patrimonio di fede, di cultura, di letteratura, di arte che è stato posto alle radici dell’identità italiana attraverso l’opera della Chiesa; l’apporto di pensiero filosofico, politico e giuridico che i cattolici hanno dato alla formazione dello Stato unitario; la grande assunzione di responsabilità nel sociale (educazione, assistenza, sanità, cooperazione, economia) che ha mirato alla crescita di una società solidale e coesa. Affidare l’Italia a Maria, perciò, ha significato fare memoria di questo passato, ringraziare per quanto è avvenuto ed auspicare che nel presente e nel futuro la Chiesa e l’Italia possano collaborare, in piena libertà, alla costruzione di un mondo degno dell’uomo. Paola Campanini
Arcidiocesi di Pesaro
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